Di Vittorio by Antonio Carioti

Di Vittorio by Antonio Carioti

autore:Antonio, Carioti [Carioti, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, L'identità italiana
ISBN: 9788815229922
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2011-10-14T22:00:00+00:00


La popolarità del leader cerignolano esplode in questa fase: la voglia degli italiani di costruirsi una vita migliore, lasciando alle spalle l’incubo della guerra, trova in lui un riferimento simbolico tra i più forti. Sono mesi di lavoro febbrile per ricreare il sindacato quasi dal nulla e abituare i lavoratori alla pratica della partecipazione, dopo due decenni di passività forzata, senza poter contare su un numero sufficiente di quadri sperimentati da mettere all’opera. Si procede necessariamente in modo confuso e approssimativo (Lama racconterà che era stato incaricato di organizzare la Camera del lavoro di Forlì senza sapere nemmeno che cosa fosse un sindacato), ma all’inesperienza supplisce un entusiasmo trascinante. Dopo il trionfo del 25 aprile, il «vento del Nord» sembra inarrestabile. E al Sud il movimento per l’occupazione delle terre prosegue impetuoso, anche se si devono registrare gravi episodi cruenti, con diverse vittime tra i contadini e gli organizzatori delle lotte agrarie. I latifondisti non intendono cedere e le forze dell’ordine spesso li spalleggiano, per non parlare del ruolo svolto dai sicari mafiosi.

D’altro canto, se l’irruenza delle masse è indispensabile per superare le difficoltà e vincere le resistenze moderate che si manifestano nel paese e nello stesso sindacato, Di Vittorio sa che alla Cgil spetta anche il compito di esercitare una funzione moderatrice. Deve mettersi alla testa delle plebi meridionali, che stanno rapidamente acquistando la coscienza dei loro diritti, ma non può certo cavalcare le rivolte violente causate nel Sud dal dilagare della miseria. Non può nemmeno avallare l’oltranzismo degli operai che al Nord, prese in mano le fabbriche dopo la Liberazione, rifiutano i cottimi e la disciplina del lavoro. Più volte la Cgil interviene per frenare l’impeto di un proletariato che ha troppo sofferto. La scelta di accentrare la contrattazione del salario a livello confederale, togliendo ogni competenza in proposito alle commissioni interne elette sui luoghi di lavoro, non è dovuta solo al timore di egoismi settoriali o aziendalistici, ma anche, perlomeno in questa fase, a un’esigenza più complessiva di contenimento della conflittualità. Di Vittorio, oltre a esaltare lo spirito creativo delle masse, non manca di richiamarle al senso della misura e alla priorità assoluta da assegnare all’opera di ricostruzione del paese.

È un crinale molto sottile quello lungo cui si muove il sindacalista pugliese. Da una parte deve sfruttare la mobilitazione operaia e contadina, per rafforzare il peso specifico della Cgil e renderla determinante nel riassetto degli equilibri di potere. Dall’altra deve temperare e disciplinare la ventata ribellistica, per conquistare credibilità agli occhi dei vari interlocutori con cui è chiamato a confrontarsi. Si tratta di un’operazione delicata, svolta in assoluta sintonia con il vertice del Pci. Nella sua relazione al V Congresso del partito, tenuto a Roma tra la fine del 1945 e l’inizio del 1946, Togliatti non parla di que stioni sindacali e affida la materia a Di Vittorio, nel quadro di una palese ripartizione dei compiti. Il leader confederale esorta i comunisti al senso di responsabilità, li mette in guardia contro il settarismo, li incita allo sforzo per la ripresa produttiva.



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